Roberto Lazzarini

Roberto Lazzarini 

lazzariniroberto.artista@gmail.com

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Roberto Lazzarini vive e lavora a Prato, ma le sue radici sono saldamente ramificate in Versilia, ad un passo dal mare.

Comincia il suo percorso artistico, sin dalla giovane età, in continua ricerca e sperimentazione, chi lo conosce personalmente direbbe: “un anima in pena” che non si contrappone ad un animo artistico. le prime opere di timbro espressioniste, evidenziano già una forte personalità e un impeto creativo che si spigiona nell’uso del colore.

Le mescolanze cromatiche sono energiche, decise, spesso contrastanti, l’impasto è ricco e materico. Per molti anni, Lazzarini non riesce a distaccarsi completamente dalla figurazione, dipinge uomini, case, alberi, fiumi, animali, inseriti in uno spazio del tutto particolare, dove il colore predomina sulle forme.

I suoi quadri non hanno ordine compositivo e non seguono le regole della prospettiva, sono immagini della mente e della realtà interiore che si materializzano sulla tela “in ordine sparso”, in modo spontaneo e gestuale, non c’è disegno preparatorio, non c’è schema razionale, l’idea esce prorompente ed invade lo spazio della tela.

Lazzarini usa la spatola. La predilige al pennello, perchè il segno è netto, il gesto esprime forza e determinazione e non si torna indietro.

Col passare degli anni, si allontana gradualmente dalla rappresentazione figurativa e inizia il percorso dell’astrazione, dove sembra aver trovato la strada di casa. Mai il colore è stato più espressivo, il gesto veloce e sicuro, le forme emergono dalla profondità degli accostamenti cromatici in un continuo sovrapporsi.

I “Collage” del 2008 segnano il passaggio verso la ricerca di una profondità o tridimensionalità che non sia più illusione ed apparenza, colore sapientemente dosato sulla bidimensionalità della superficie. Con queste opere, le stoffe attaccate e sovrapposte l’una all’alta, fuoriescono dal quadro, creando ombre e rilievi reali anche se lievemente percettibili.

 Si arriva poi alla mostra “Fuori Tela” del 2009, dove Lazzarini utilizza vestiti, che diventano parte integrante della tela pur uscendo da essa. Gli stracci, le camicie, i pantaloni, le giacche, “appiccicate” sul quadro, sostituiscono il colore e creano spazi, crepe, solchi e varchi in un continuo salire e scendere di rilievi. Lazzarini attacca sulle tele indumenti di uso comune o abiti di marche famose, quasi “status symbol”, ognuno può averle possedute, aver fatto parte della nostra vita e del nostro vissuto, raccontare un pezzo di vita e adesso sono li, che ci mostrano tutta la loro profondità.

Lazzarini le porta fuori e si vede dentro.