Raimondo Colantonio

Raimondo Colantonio

“Il lungo cammino bianco”

Una lunga colonna grigia nella grande distesa bianca, il rumore della neve, il respiro del compagno nel tragico silenzio della distesa ghiacciata. Fantasmi che si sostengono l’un l’altro, con il coraggio della speranza di un ritorno ai loro affetti. Le ombre in lento moto si confondono fra cielo e terra, e le vediamo così, perdute nel bagliore accecante della gelida foschia. Siamo lì, insieme a loro.

Scarna e sintetica, dai magistrali toni, la pittura di Colantonio rende un commovente e composto omaggio agli uomini che affrontarono il dramma di quel tremendo inverno russo del 43.

“Il mare dentro”

Una emozionante serie di quadri dedicati al mare, realizzata nel corso di tanti anni di amore e di passione.

Il progetto nasce nel 1995 e si sviluppa pian piano seguendo il corso dei pensieri e dei ricordi che l’amore per il mare ha suscitato. Nato a Torre del Greco, Raimondo Colantonio ha il mare dentro e innato l’istinto a volerlo percorrere e navigare. Già da piccolo sapeva maneggiare i remi, sotto la guida del padre, che, imbarcato come aiuto cuoco, lo ha in seguito portato con se a bordo. Percorrendo il Mediterraneo, ha condiviso gran parte del tempo con l’equipaggio, raccogliendo esperienze e maturando una conoscenza più intima con il mare.

Questa affinità si è poi evoluta ulteriormente quando ha intrapreso il servizio militare in Marina. Imbarcato sulla fregata Alpino, ha vissuto in prima persona il periodo in cui i Balcani erano flagellati dal conflitto. La notte, al largo delle coste della Jugoslavia, i lampi delle bombe che illuminavano le creste delle colline circostanti, i cupi boati: un nuovo approccio con il mare che sfocia nell’opera “Nuvola su Sarajevo”.

Datata 1995, rappresenta un frammento tangibile dei suoi trascorsi marittimi, la connessione tra le esperienze personali e i grandi eventi storici che hanno plasmato quei momenti della sua vita.

Parte da qui questo lungo cammino insieme al mare.

Dai momenti trascorsi sugli scogli, sulla banchina, sulle spiagge, in contemplazione nascono le opere che narrano l’evoluzione della luce dal primo bagliore dell’alba ai toni caldi e rassicuranti del tramonto. Ci proiettano nell’anticipazione e nell’incertezza di un temporale in arrivo, quando le erbe marine sono frustate dal vento, il cielo si oscura e le onde iniziano a correre più agitate.

Racconti vivi e pulsanti da chi guarda il mare dalla riva.

Altre opere, intense e emozionanti, raccontano il mare “da dentro”.

Raimondo Colantonio ci conduce in un’avventura visiva in mezzo al mare. Da prospettive inedite ci mostra scenari di un mare mosso e tumultuoso, vissuto dall’interno, come solo chi si trova in mezzo alle onde può capire. Non si percepisce solo la superficie dell’acqua, ma se ne penetra il suo cuore pulsante. Si comprende la forza, la potenza di questo universo marino, come un abbraccio maestoso che ingloba chiunque lo attraversi.

In questa inattesa navigazione, non solo osserviamo il mare, ma lo viviamo appieno, con la brezza marina sul viso e il sapore dell’acqua salata mentre incontriamo mede, boe, relitti. La vista è annebbiata dagli spruzzi delle onde che sferzano la plancia e una sorta di velo conferisce all’immagine una patina di mistero. Attraverso la nebbia di gocce d’acqua che si dipanano lungo la superficie del vetro, appare un quadro etereo e in continua mutazione, il mondo marino che si materializza e si dissolve in un ciclo infinito di movimento e sfocature.

Ci coglie un senso di intimità e di connessione profonda con il mare, come in uno spazio privato in cui percepirlo in una dimensione diversa, dove il confine tra il dentro e il fuori si dissolve. L’effetto è poetico e suggestivo, e ci abbandoniamo fiduciosi al ritmo delle onde, accompagnati dalla passione e dall’esperienza di un artista che ha fatto del mare il suo universo, e delle sue opere finestre aperte su questo profondo e misterioso mondo.

Maria Teresa Majoli, agosto 2023

Ci sembra che nelle opere più recenti – segnatamente quelle che datano a partire dal 2020-21 – del ciclo che Colantonio ha dedicato al tema del mare l’artista abbia raggiunto una rinnovata forza e libertà di impianto e di colore, che è indizio di una compiuta maturità espressiva. Partendo circa venti anni fa da vedute marine in cui vi era un descrittivismo attraverso un’attitudine disegnativa diremmo rinascimentale, e una intonazione romantica (tratto a lui congeniale) , il pittore ha poi ricercato una forzatura drammatica non a caso ispirata alla vorticosità quasi astratta di Turner. Un dare libero corso all’empito emotivo attraverso lo sfaldamento dell’immagine e delle pennellate – che ritroviamo anche nel ciclo grossomodo coevo ispirato all’armata italiana in Russia. Come per i soldati sperduti nella neve, cosi’ anche queste visioni del mare di Colantonio parlano sovente di tempeste che sono a un tempo naturali e interiori, e legano il destino individuale dell’artista alla generalità della condizione del vivere. Cosi’ la solitudine di un relitto spiaggiato o di un fante che vaga nel gelo si collegano tra loro e, sostanziate dalla autentica partecipazione sentimentale del pittore, rimandano a un’alta e potente simbolicità che cattura lo sguardo di chi osserva.

Napoli maggio 2024 Paolo Mamone Capria

 

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