Marina Scardacciu
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Marina Scardacciu nasce nel 1973 a Sassari, dove vive e lavora.
Nel 1998 si diploma presso l’Istituto Statale d’Arte F. Figari di Sassari in Decorazione Pittorica e nel 2005 si laurea in Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti della stessa città (M. Sironi).
Dal 2002 partecipa a numerose mostre collettive, fiere d’arte contemporanea e premi di pittura, calcografia, scultura e installazioni sit specific, a livello nazionale e internazionale.
Nel 2012 è presente all’AAF- Roma al MACRO Testaccio con la Galleria Consorti, sempre nello stesso anno è vincitrice del Premio di pittura Marina di Ravenna, rassegna internazionale, che le da la possibilità di esporre le proprie opere in una mostra personale al MAR Museo d’Arte della città di Ravenna.
Nel 2007 viene selezionata dal KAUS, Centro Internazionale per l’Incisione Artistica di Urbino per un’esposizione presso la Galerie Carlshorst in Berlino con la collaborazione dell’Istituto di Cultura di Berlino. Nel 2004 è finalista sia del Premio Giovani Pittori dell’Accademia Nazionale di San Luca a Roma a cura di P. Cascella, A. Bonalumi, E. Carmi e A. Perilli, sia per la Biennale dell’Incisione Italiana Contemporanea “ Premio Tiepolo”.
MARINA SCARDACCIU
Born 1973 in Sassari where she lives and works.
In 1998 she graduated in Pictorial decoration at the F. Figari State Art Institute of Sassari and in 2005 she’s graduated in Decoration at the Fine Arts Accademy M. Sironi of the same city.
Since 2002 she has participated in numerous group exhibitions, contemporary art exhibitions and awards for painting, intaglio, sculpture and sit specific installations, on a national and international level. In 2012 there is all’AAF- Rome at MACRO Testaccio with Consorti gallery, in the same year is winner of the prestigious Marina of Ravenna Prize, a series of international painting, which gives her the opportunity to exhibit their work in a solo exhibition at MAR, Art Museum of the city of Ravenna. In 2007 she was selected by KAUS, International Center for Engraving Art in Urbino for an exhibition at the Galerie Carlshorst Berlin in collaboration with the Institute of Culture in Berlin. In 2004 was a finalist in both the Prize for Young Painters National Academy of San Luca in Rome by P. Cascella, A. Bonalumi, E. Carmi and A. Perilli, both for the Biennial of Contemporary Italian Engraving “Tiepolo Prize”.
ORFICONIRICO DI IVAN QUARONI
“Il contrario del gioco non è ciò che è serio, bensì ciò che è reale”
(Sigmund Freud, Il poeta e la fantasia)
E’ difficile circoscrivere il campo d’indagine della pittura, soprattutto quando essa ha a che fare con i domini dell’ineffabile e dell’indicibile, categorie più facilmente ascrivibili all’ambito dell’Astrattismo, che non a quello della Figurazione.
Marina Scardacciu appartiene, senza dubbio al novero di coloro che hanno scartato l’opzione mimetica, scegliendo, semmai, la strada di una rappresentazione allusiva ed enigmatica, costellata di visioni epifaniche e d’inesplicabili associazioni.
Quelle di Orficonirico, sintomatico titolo delle opere più recenti, sono immagini perturbanti, ambigue, che sgrovigliano i riti iniziatici dell’infanzia e dell’adolescenza nel teatro di una natura infiammata da cromie irreali e sottilmente pervasa da un senso d’imminente tregenda.
La memoria corre alle venature drammatiche dell’Espressionismo, ma anche alle arcane sospensioni della Neue Sachlichkeit e del nostro Novecento. I suoi sono, infatti, personaggi colti in un dinamismo cristallizzato, glacialmente compreso nel contrasto delle campiture di rosso e verde e imbrigliato nel ritmico intervallarsi dei fusti arborei. Come nelle liriche di Baudelaire, la natura dipinta dall’artista viene metamorficamente trasfigurata in “un tempio in cui viventi colonne lasciano talvolta sfuggire confuse parole”.
Ma l’epicentro di ogni episodio è altrove, nello svolgersi sotto i nostri occhi di un gioco insieme rituale e propiziatorio, indecifrabile come i culti dei misteri eleusini. Si ha come l’impressione che il clima di sognante sospensione sia l’effetto di uno stato di trance estatica, piuttosto che il frutto di una proiezione onirica.
Se nei dipinti dell’artista c’è il sogno, allora è il sogno lucido degli gnostici, lo stato d’alterazione percettiva, provocata dalla ripetizione mantrica, ossessiva.
Gli enfants terribles di Marina Scardacciu praticano terribili passatempi, si trastullano sul crinale che separa la vita dalla morte, come se partecipassero a una sorta d’ipnotica e sanguinaria liturgia iniziatica.
Il loro, non è il gioco dell’evasione fantastica e dell’intrattenimento creativo. No, in quelle azioni non c’è nulla di innocente. Sembra, invece, che i bambini della Scardacciu pratichino la scienza occulta dei negromanti, intenti a evocare incontrollabili forze primigenie, salvo poi rimanere sgomenti per il manifestarsi delle conseguenze. D’altra parte , come notava lo scrittore Anatole France, “Il gioco è un corpo a corpo con il destino”. Ed è forse per la conseguenza di questo scontro che i corpi di questi giovani appaiono così lividi, esangui, appunto quasi per uno spavento supremo.
Oppure quello che li affligge è il pallore dei fantasmi o delle bianche larve di una trasmigrazione d’anime incompiuta. Se non altro, sarebbe un’interpretazione coerente con la tradizione orfica.
Tuttavia , credo che l’opera di Marina Scardacciu non possa essere oggetto d’interpretazioni simboliche. Il suo segreto sta proprio nell’ambiguità semantica della rappresentazione, nella capacità di sventagliare una pletora di suggestioni, non immediatamente o necessariamente riconducibili dei significati logici. Piuttosto, come dicevo in principio, i domini operativi della sua pittura sono i territori dell’indicibile e dell’ineffabile.
Quegli oscuri recessi della psiche umana, dove aleggia, ancora libero, il dogma arcano dell’esistenza.