Descrizione
Olio su tela, cm. 100×70
In questo quadro, l’artista ci conduce in un universo liminale, dove la bambina ritratta è sospesa tra due mondi: quello dell’infanzia e dell’oscurità vampiresca, della vita e della morte, della realtà e della finzione. La figura stessa è una creatura ambigua, né del tutto umana né completamente altro, incarnando una tensione irrisolta tra l’essere e il non essere. La metamorfosi che si accenna non è una trasformazione violenta o improvvisa, ma piuttosto una lenta accettazione, una resa a un destino che la strappa dalla sua innocenza.
Il volto livido, con toni di morte e stanchezza, è in netto contrasto con la delicata ghirlanda di rose che la circonda. Il rosa delle rose, simbolo di vita e bellezza, sfuma in un contesto sinistro, dove una di esse la ferisce, macchiando la veste di sangue. Il rosso vivo del sangue sulla veste chiara diventa un segno potente della vulnerabilità della bambina, in un momento di passaggio e rottura.
L’elemento religioso, rappresentato dalla croce che brilla al suo collo, aggiunge un ulteriore livello di complessità: la croce, simbolo di protezione e purezza, stride fortemente con la fissità inquietante del suo sguardo. Non c’è malizia, né cattiveria nella smorfia che prelude alla trasformazione vampirica; piuttosto, emerge una passiva accettazione di un destino che sembra fuori dal suo controllo. Questo quadro si offre come una riflessione sulla tensione tra l’identità e la sua metamorfosi, tra l’imposizione di un modello esistenziale e il desiderio di qualcosa di autentico, oltre i confini dell’innocenza.
Maria Teresa Majoli, ottobre 2024
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