Ezio Zingarelli
Ezio Zingarelli
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Ezio Zingarelli (Brescia, 17 ottobre 1946) procede in un percorso individuale di grande interesse, dove trova nella tecnica mista il suo stile e la modalità d’espressione pur tenendo come base la pittura, ma lavora anche con oggetti diversi (legni e ferri) in composizioni dai pregevoli effetti, densi di personalità e di forza creativa. Non solo tele ma altri supporti e materiali come stoffe, manifesti, giornali, juta, che combina e pennella in mescolanze autonome. In questo senso è chiaro il suo intento culturale, oltre che artistico, e ne sono palesi le ragioni al fine di proiettare condizioni che prescindono da prospettive visive ma che nel vestire collage di colore cercano contrasti tra superfici sfuggenti e mai ferme.
Ha frequentato corsi di grafica nel 1971 e di design nel 1974. Nel 2011 è al Centro Culturale San Clemente di Brescia per frequentare con successo il corso di “Storia dell’arte, avanguardie e contemporanea”. Un iter istruttivo che pratica già nella prima personale del 2008 alla Galleria La Parada di Brescia, dove propone il suo stile chiaro fin dal titolo: “L’inizio, le influenze, il percorso … e ora gioco le mie carte”. E le ha ben giocate se nello stesso anno riceve l’invito per una collettiva alla Galleria Jelmoni Studio di Londra, e già l’anno dopo espone ancora nella sua città presso Etico Atelier.
Inizialmente vicino agli espressionisti-astratti di matrice americana, attiva la manipolazione del senso percepito nell’estensione dell’utopia sociale dei nouveaux realiste, che supera nel divenire stesso dell’opera d’arte e nella distinzione tra artista e cut-up interpretativi, in una varietà letteraria stilistica allorquando frammenta i giornali e li ricompone mischiati in un senso logico per la sua rappresentazione. E continua la ricerca di una soluzione culturale con uno sguardo disincantato ma non provocatorio, lontano dalle esperienze ludiche di certa arte contemporanea, non foss’altro per la maturità dell’iniziarsi creativo a sessant’anni, e trovarsi oggi a settanta in un percorso in cui ha bruciato tappe intermedie di riflessioni e di evoluzioni stilistiche. Non è poco. Ma rende possibile essere considerato un “giovane” artista, se al limite dell’età si concede il beneficio del futuro, giacché ha personalizzato la pienezza dell’invecchiare nel confrontarsi non con la consuetudine di giornate vuote, quanto piuttosto con l’investigare alternative nella lettura di libri d’arte.
Negli anni Novanta conosce Antonio Stagnoli e ne apprezza la rappresentazione rurale, poi nel 2004 incontra Cesare Cazzoletti e ne frequenta lo studio affinando la tecnica pittorica, ma sarà la capacità di rapportarsi con le avanguardie a determinare una sorta di usus scribendi artistico nel comprendere autori quale Burri, poi la Pop art, Klee e Basquiat, e i combine painting di Rauschenberg portati nella libertà d’invenzione di Jacques Villeglé, fino all’istante in cui metabolizza particolari esperienze personali come per Antoni Tàpies.
Ezio Zingarelli codifica e assimila i movimenti artistici del XX secolo nei vari approcci di visite a Milano e a Roma, ma senza adattarsi a nessuno di essi se non per l’informale, al fine di esplorare nuovi territori, ovverosia ne assume le linee fondanti, le motivazioni, le esperienze, per un bagaglio di nozioni cui attingere per intraprendere il viaggio in significati plurali. Qui approda la narrazione di cui è capace Zingarelli, nel posticipare quella nuova stagione artistica degli anni Sessanta del Novecento basata su elementi derivati dalla comunicazione di massa rielaborati in un diverso contesto e tra esiti positivi che raggiunge nelle sue tante collettive e nelle personali al Borgo Antico di Bedizzole, alla Peschiera di Pompiano, a Palazzo la Fontana di Brescia, a Villa Calini Morando di Lograto e alla “Galleria ab/arte” di Brescia. Così come nei premi da cui ha ricevuto attenzione, tra cui: Concorso Kiwanis Città di Brescia, Arte nel territorio bresciano al Museo Piccolo Miglio di Brescia, Premio Borgo a cura di Eidos e del Circolo Picasso a Roma, o per la sua partecipazione nel 2013 a “Nel segno della croce nell’antica chiesa di San Barnaba”, a Bondo (Trento), collaterale a una mostra di Mimmo Paladino. Resta l’intervento di materiali di scarto senza variarne la percezione prestabilita in un modus operandi funzionale all’oggetto, affinché la sperimentazione non sia un alibi, tant’è che lo afferma nel non cercare camuffamenti ma la diversificazione. E sarà questa autenticità del trasformare oggetti rozzi e miseri in valenze artistiche che raggiungono la legittimità della concretezza nel realismo oggettuale che risiede in una sorta di inconscio arcaico legato a esperienze giovanili nella lettura dell’arte, oppure per la frequentazione universitaria della facoltà di architettura dopo il diploma di geometra, e poi nel cammino lavorativo come disegnatore tecnico.
Insomma, un bozzetto immaginativo coltivato per anni e in costante evoluzione che s’identifica nella creazione dell’artista Zingarelli, che nel 2006 entra a far parte del Gruppo Liberars di Bagolino, nel 2007 del Nuovo Dizionario degli Artisti Bresciani e nel 2013 dell’Associazione Artisti Bresciani (AAB), mentre sue opere accedono in musei e collezioni: “Fabrika”, museo dell’arte su vinile, Padova; Fondazione Angelo Passerini di Vestone; Museo Sartori del piccolo quadro, Mantova. E trova una sua residenza artistica nella “Galleria Novecento” di Brescia diretta da Mario Conti, dove mantiene il riferimento, e per l’incontro con il giornalista e scrittore Andrea Barretta, che ne comporrà la vicenda artistica in un saggio monografico dal titolo: “Ezio Zingarelli e la necessità del reale”, pubblicato nel 2016.
Ora, piuttosto potrebbe sembrare astruso da semplificare il relativamente breve tempo di consacrazione all’arte, dal 2005 ai giorni nostri, ma tale è così pieno di verifiche che si potrebbe dire quarantennale, e ne saremmo avallati per quel “laboratorio” sotto casa per tagli e ritagli e preparazione di fondi, e per lo studio definito in una stanza dove poter circoscrivere ritmi compositivi e già viverne i turbamenti mentre la musica dei Queen e dei Pink Floyd fa compagnia, insieme alla moglie Piera che con una laurea in matematica applicata provvede a far quadrare la fantasia.
Mostre
2005- premiato al quarto concorso Kiwanis alla sala SS. Filippo e Giacomo di Brescia.
Dal 2006 collettiva col gruppo Liberars di Bagolino.
2008- mostra personale alla Galleria La Parada di Brescia.
2009- mostra personale presso eticOAtelier della Banca Etica a Brescia.
2009-collettiva presso la Galleria Manzoni di Boario Terme.
2009-collettiva al Piccolo Miglio ( Castello di Brescia ) Manifestazione Arte nel territorio bresciano
con segnalazione di un’opera.
2009- collettiva al Museo delle Mille Miglia-Brescia
2010-collettiva al Park Hotel Astoria di Riva del Garda sulle Mille Miglia.
2010- mostra personale al Ristorante Borgo Antico di Bedizzole(BS).
2010- collettiva “ I mille volti di una donna” al Museo Mazzucchelli di Ciliverghe di Mazzano.
2011- collettiva degli Artisti del Territorio Bresciano presso Palazzo Martinengo.
2011- mostra personale nello spazio espositivo” La Peschiera “ con patrocinio del Comune di
Pompiano(BS).
2012- Premio Borgo organizzato da Circuito Picasso presso la sede di Roma ( Terzo classificato )
2013- Mostra personale a “Palazzo la Fontana” di via Carlo Cattaneo(BS).
Agosto 2013- workshop , performance di pittura presso l’Antica Chiesa di San Barnaba di
Bondo(TN).
2013- Collettiva presso la sala Santi Filippo e Giacomo di Brescia per i dieci anni della Galleria “La
Parada”.
2014- Collettiva all’AAB per la diciannovesima edizione di “Ricognizione”mostra per gli artisti
iscritti all’Associazione Artisti Bresciani.
2014-Collettiva dopo il work shop del 2013 a Bondo(TN).
2014- Collettiva : Atmosfere astratte e informali , presso la Galleria ARTTIME di Udine.
2015- Collettiva di Artisti Amici presso la sala Santi Filippo e Giacomo di Brescia organizzata dalla
“Galleria La Parada “
2015- Collettiva all’AAB per la ventesima edizione di “Ricognizione” mostra mostra per gli artisti
iscritti all’Associazione Artisti Bresciani
Hanno scritto:
Prof. Fabio Larovere,giornalista.
GiMorandini,artista e gallerista.
Prof.Tiziano Ratti,artista ed insegnante.
Mino Rossi , critico.
Mariella Segala,critico.
Stampa:
BresciaOggi
Giornale della Vallecamonica
STILE Arte
Il Quotidiano del Friuli Venezia-Giulia
Critica:
-Sin dalle prime opere guarda alla modernità e trova la poetica mite,lirica ed intrigante che lo
avvince ed affascina sin nel profondo.Zingarelli trova la giocosità nei materiali, il bello della lettera
isolata e sola.
-L’arte di Zingarelli attinge all’informale e all’astratto e trova nella tecnica mista la modalità di
espressione.
-E’ palese nelle opere di Zingarelli il suo impegno nel ricercare una dimensione in cui collocare la
sua sensibilità di artista.
-Il suo percorso da poco cominciato è già denso di personalità e forza.