Emilio Minotti

Emilio Minotti è nato nel 1956 in provincia di Bergamo.

Dopo alcune esperienze di lavoro/studio e viaggi, si laurea all’Accademia di Belle Arti a Firenze alla scuola di Pittura di Goffredo Trovarelli e Roberto Giovannelli.

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L’ICONOCLASTIA DI EMILIO MINOTTI

Può un artista dare supremo valore alle immagini e al contempo risultare iconoclasta? Esaltare i personaggi che la società erge a miti e allo stesso tempo metterli in dubbio, farli vacillare, fino a spingerli sull’orlo del precipizio? Il lavoro di Emilio Minotti va in questa direzione.
I “Parvuli Hermae” di Minotti, “piccoli busti” con l’epigrafe dei nomi alla base, sono figure che la società ha eretto a simbolo di se stessa, consacrati nel Pantheon della contemporaneità come le sculture allineate degli dei, ma che, sotto il luccichio della terracotta invetriata, faticano a reggere il confronto con se stesse. In perenne bilico tra la gloria e l’abisso, le piccole sculture ingannano le apparenze. I personaggi ritratti infatti non sono mai rappresentati con un atteggiamento di pura esaltazione dell’immagine esteriore, ma attraverso una ricerca che ne rivela la dimensione più intima: la malinconia nello sguardo, una nota di tristezza nell’inclinazione della testa, la solitudine. Lo scintillare del successo nasconde solo in parte la fatica di doverlo mantenere, il doversi sempre presentare nella forma migliore per gli apprezzamenti del pubblico. Ed è in questa trasfigurazione dei personaggi, attraverso il duplice movimento di indagine degli stati d’animo da una parte e di esaltazione dell’aspetto esteriore dall’altra, che avviene in Minotti la rottura del concetto di mito. Emergono, come stridenti l’uno con l’altro, l’aspetto classico di icone della cultura contemporanea e la loro intima fragilità, resa ancora più evidente dalla dimensione piccola data alle sculture e dalla delicatezza del materiale scelto.
Erika Lacava

EMILIO MINOTTI E L’INCONSCIO COLLETTIVO

Emilio Minotti riesce a comunicare attraverso le sue opere con l’inconscio collettivo: lo fa utilizzando un vocabolario visivo, raccogliendo le eredità della pop art e del dadaismo, portando anche all’estremo il confine tra linguaggio artistico e cultura popolare… Le opere di Minotti mostrano una sofisticata miscela di kitsch, modernità ed erotismo, infrangendo i tabù non tanto per scandalizzare, ma per trasformare la provocazione in bellezza.
Claudia Sposini

IL PENSIERO NOMADE DI MINOTTI

Il percorso artistico di Emilio Minotti, pur vario nella propria discontinuità, tra insegnamento e ricerca, procede con passione in costante legame con il richiamo della figurazione, sul crinale del percettibile, in dialogo stringente tra realtà e immaginazione…
La predilezione per la lezione kleeiana, non disgiunta da suggestioni new-pop di certa figurazione postmoderna, anche figlia della multimedialità attuale, sono le basi del lavoro di Minotti, ancorato alle problematiche dell’esistere, tra l’uomo e il suo doppio, tra l’essenza dell’io e quell’altro da sé, icona offerta/sacrificata alla pubblica fruibilità.

Sino alle più recenti prove, utilizzando varie possibilità di mediazione comunicativa, a condensare momenti poetici in affreschi di armonica compenetrazione tecnologica…
L’elemento naturale, così presente nell’ottima grafica dell’artista e in alcuni passaggi scultorei, si rivela fondamentale ancoraggio di un pensiero in viaggio, libero, cercando la realtà delle cose ed in questa disperdersi, sotto la volta che tutto contiene.
Sandra Nava

PARVULI HERMAE

Ha avvio nel 2014 la serie “Parvuli Hermae”, una serie di piccole sculture a busto con epigrafe che riprendono la ritrattistica dell’antica Roma: un ritratto fedele e realistico di sé da lasciare a famigliari e posteri dopo la morte. Questi piccolo Parvuli Hermae non rappresentano tuttavia ritratti veri e propri, ma sono rielaborazioni ispirate a personaggi in voga al momento sui mass-media e sui social, che, con una rappresentazione ironica e dissacrante, nel passaggio artistico perdono la loro identità personale per divenire una forma del nostro tempo.

Tra i personaggi ritratti, “Situlae Vir”, il gesto di versarsi addosso un secchio d’acqua gelata, nomination che ha imperversato sui social nell’estate 2014, “Velivoli Mens”, la mente entusiasta del pilota con l’areoplanino in testa, “Homo Angelicus”, l’uomo angelico con l’angelo custode; “Alligata Exercitatio”, tratta da fatti di cronaca nera, che rappresenta l’esercizio di legare  fascette da elettricista al collo.
Nella seconda fase di Parvuli Hermae, eseguiti fra gli ultimi mesi del 2014 e l’estate del 2015, i busti hanno preso un aspetto più realistico in omaggio alla cronaca, che ha la necessità di portare e mettere in tutta evidenza il reperto. Così le fattezze dei volti rispondono all’identikit somatico di vittime e carnefici. Tale peso è alleggerito dai colori pop o reso più pesante da qualche intervento espressivo a connotare il carnefice con macule sul viso e altre caratteristiche che lo rendono già colpevole ante-processo. I personaggi, miti e divi dello spettacolo, fanno riferimento al bagaglio pop più tradizionale.

Fra i personaggi ritratti vi è quel Gigi Parma autore del fatidico incendio del Pub McGuire. Tra le fila anche Massimo Bossetti ritratto con macule sul viso, Yara Gambirasio, Anna Maria Franzoni. Fra i divi troviamo Francesco De Gregori e la cantante lirica Sumi Jo, l’immancabile Marilyn e infine la matita graffiante che
spunta dal naso del giovane Carolus (Charlie Hebdo).

DIPINTI

DIECIVEDUTE
In questi due anni ho dedicato a Bergamo dieci piccole tele, che la rappresentano come vedute cittadine o della provincia.
Le immagini della città sono state dipinte lasciando permeare le attualità politiche e di costume, non mancano riferimenti al dibattito cittadino…

L’uso di parole o lettere scritte al contrario è un espediente grafico che ha lo scopo di rallentarne la lettura per dare modo a chi guarda di cogliere oltre al significato anche gli aspetti formali dialoganti con l’immagine.

Dieci angoli della città, ripartiti in sequenze atemporali tra particolari pop e allusive dediche per ipotesi di futuro: è così che Bergamo e il suo presente si intrecciano in questi flash di immagini che Emilio Minotti offre, con altri spunti, alla riflessione curiosa sulle molte anime che, anche nascostamente, l’attraversano.

Non si tratta di scorci resi celebri dall’iconografia classica delle bellezze che, vanto e ricchezza, la connotano, ma di una singolare attraversata tra i silenzi i contrasti e i non-sensi di cui spesso si compone l’incapacità di interpretarne i sogni i bisogni le aspettative…
Sandra  Nava

CHILD IN TIME

Attento all’estetica dei linguaggi e alla contaminazione tra generi, non è difficile riconoscere anche in quest’ultima personale, le linee guida del lavoro di Emilio Minotti.

È quindi un pensiero costante a identificarsi nelle scansioni che il capolavoro letterario di J. Mc Ewan, “The child in time” (bambini nel tempo), sembra ottimizzare, offrendo piani di scrittura creativamente spiazzanti, in evocazioni sull’immanenza del tempo che tutto trattiene e rimanda, plasmandosi nei temi crudi e folgoranti di pittura così suggestivamente coincidenti con la giostra inquieta su cui entrambi gli autori assegnano posti alterni ai propri interpreti sparigliandone i destini…

Sandra Nava

LAVORI TEMATICI

Alcuni soggetti particolarmente cari sono stati ripresi e sviluppati nel corso degli anni con tecniche differenti. È il caso di Pier Paolo Pasolini e di Luigi Tenco, realizzati prima in piccoli busti “Parvuli Hermae” e poi in acrilico su grandi tele.

CORSI E SEMINARI ARTISTICI E COLLABORAZIONI:

• 2011 Seminario con Gian Ruggero Manzoni – Belgio
• 2006-2008 Collaborazione volontario gruppo Liberamente – CPS Lovere (BG), per istallazione labirinto percorribile
al Lazzaretto di Bergamo in occasione della giornata del Volontariato 2008
• 2003-2004 Volontario campagne scavi incisioni rupestri in Valcamonica
• Collaborazioni con il gruppo Correspondance in vari appuntamenti: 1998 Kleinschweinbrucke-D
2001 Braunau–A; 2003 Darfo B.T.–I
• 1984 Corso disegno tenuto da Georg Eisler – Scuola estiva Salisburgo

MOSTRE E CONCORSI
Collettive:
• 2019 Urban Art – Spazio Arnaout – Milano
• 2018 Let it snow – a cura di Erika Lacava – Visioni Altre – Venezia
• 2018 Della stessa sostanza dei sogni – a cura di Erika Lacava – Spazio Porpora – Milano
• 2018 Arte al Bersaglio – Costa Volpino (BG)
• 2018 La Grande Bellezza ed. 3 – a cura di Silvia Rossi – K.haus Burg Obenberg – Austria
• 2018 Astrattismo e Figurazione – Spazio Porpora – Milano
• 2017 Uccidere Pasolini – Galleria Galgarte – Bergamo
• 2013 45 Aspetti di Ubu – Studio fotografico Milano – Galleria Galgarte – Bergamo
• 2012 Ossari in versi – Galleria Galgarte – Bergamo
• 2011 Light in a Jar – Galleria Galgarte – Bergamo
• 2001 Celluloidee – S.Agostino – Bergamo a cura di Sandra Nava
• 1997 Collettiva Artisti Liceo Artistico di Bergamo – Villongo
Personali:
• 2015 Parvuli Hermae – Galleria Galgarte – Bergamo
• 2014 Diecivedute – a cura di Sandra Nava – Galleria Galgarte – Bergamo
• 2012 Child in time – a cura di Sandra Nava – Galleria Galgarte – Bergamo
• 2004 Lab-Orante – Chiesa S.Antonio Breno (BS)
• 2000 Ali Boma ye – Biblioteca Città alta – Bergamo
• 1999 Ali Boma Ye – a cura di Sandra Nava – locale Mas Lovere (BG)
• 1985 Galleria Malato – Firenze
Premi vinti:
• Secondo premio Arte al Bersaglio 2018 per Uccidere Pasolini