Daniele Vannucci

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Daniele Vannucci è nato a Firenze. Ha assaporato e si è nutrito dell’atmosfera artistica di questa splendida città. Il padre, appassionato collezionista di dipinti e il nonno materno, Angelo Maria De Pini scrittore hanno contribuito allo sviluppo della sua vena artistica.

La campagna toscana con i suoi colori e il suo silenzio è stata la compagna della sua giovinezza. I luoghi magici della terra chiantigiana lo ispirano a realizzare opere ad acquarello dai colori leggeri e dai contorni indefiniti. Brevi scritti accompagnano la pittura, e iniziano a nascere le prime poesie.

Il lavoro lo porta a Roma, e sceglie di stabilirsi nella campagna romana, da cui è possibile vedere la Città Eterna ad una certa distanza, attraverso un mare di olivi. Le dolci colline che digradano verso la pianura del Tevere e gli struggenti tramonti, influenzano in modo evidente le opere di quel periodo. E ‘qui a Roma che ha scoperto che la pittura ad olio ha le sue particolari peculiarità di espressione, e le ha usate in un suo particolare modo per dare vita a nuove idee ed ispirazioni.

Dopo una quindicina di anni torna alla terra d’origine e si trasferisce nel Chianti, dove riesce a creare un  agriturismo, nella fattoria che per tanti anni era stata meta di vacanze estive. Ed anche questa volta i luoghi incantati e selvaggi della nuova destinazione, lo prendono per mano e lo conducono attraverso nuovi sentieri, che contribuiscono a dare una netta impronta alle espressioni pittoriche del periodo.

Dopo alcuni anni lascia il Chianti per trasferirsi a Viareggio, dove inizia un nuovo viaggio artistico. La città del Carnevale riesce, infatti, a trasmettere la straordinaria essenza della vita che aleggia in Versilia. Ed alcuni effetti sono ben visibili nelle opere realizzate nei primi anni della sua permanenza in Riviera. E’ a Viareggio che continua a coltivare con particolare attenzione la sua esperienza di scrittura, dapprima pubblicando un libro relativo alle sue passate esperienze e passioni per la cucina, ed in seguito un volume di Poesie (Nulla è come sembra).

…… quadri freschi, ora panoramici e avvolgenti, ora più mirati e ristretti, tali comunque da rendere pienamente il fascino intrinseco a questa terra che spinse Anatole France a scrivere: “Il dio che ha fatto queste colline era un artista”.
Una sapiente capacità impaginatrice poi e un armonico e acceso uso dei cromatismi esaltano ancor di più i suoi oli, ora immersi in una pace celestiale, ora avvolti in atmosfere più turbinose, tra lontani, baluginanti echi vangogghiani, fauves e dei nostri Macchiaioli magicamente fusi e rielaborati in modo personale.
Vannucci evidenzia notevoli qualità artistiche anche nelle altre sue tecniche espressive che vanno dal carboncino alla matita, agli acquerelli, avvolti in una diffusa chiarità che scandisce ed esalta i cromatismi delle nature morte, dei fiori e delle barche, o assorbe le linee delle vele in maliose, dissolventi trasparenze.
Particolarmente significative le sue tele: “Mimose in vaso su davanzale” con un vivo contrasto cromatico e qualche rintocco simbolista e “Mercato”, con connotazioni post-impressionistiche, animato, articolato, dai caldi cromatismi consonanti.
Tra i riconoscimenti più significativi conseguiti da Daniele Vannucci, oltre a quelli più recenti, da segnalare le sue vittorie alle mostre di Venezia (“Incontro con la Laguna”) del 1989 e la “Rassegna d’Arte” a Lugano, del 1992, con il 1° Primo Premio Assoluto.

Manrico Testi