Claudio Venturini Il Giovane Artista

Claudio Venturini nasce a Padova il 26 maggio 1972.

Vive con la sua famiglia di origini operaie a Casalserugo, dove frequenta la scuola elementare e media. Sin da bambino dimostra una vivace curiosità in molti campi, doti di astrazione ed abilità nel disegno, che non può purtroppo coltivare con studi superiori, poiché già al termine delle scuole medie deve cominciare a lavorare per aiutare la famiglia. Mantiene però vive la sua innata curiosità intellettuale, visitando mostre e città d’arte, e la passione per il disegno, che trova modo di concretizzare dopo molti anni di indecisione.

Il propellente per questo cambiamento, che è stato prima di tutto una maturazione personale, Claudio Venturini lo trova a sorpresa nel movimento, frequentando una palestra non palestra di Abano Terme (Officina del Movimento, dove tiene la sua prima mostra personale nel novembre 2018), dove incontra anche un osteopata “psicologo” che con poche ma incisive parole lo aiuta ad abbandonare le ultime remore che ancora lo trattenevano.

Claudio Venturini comincia così a disegnare a mano libera sul piccolo tavolo di casa, inizialmente usando semplici fogli di carta, penne, matite e vecchi pennarelli, passando poi all’utilizzo di carta cotone e pennarelli di qualità.

Claudio Venturini racconta di sé:

“Da bambino mi immaginavo seduto davanti alla tv, guardavo un bambino che era seduto e guardava la tv: guardava un bambino che era seduto e guardava la tv, che guardava un bambino che era seduto e guardava la tv,…Era una prospettiva solo apparentemente statica, in realtà in costante movimento. Poi pensavo di partecipare alla Biennale di Venezia e presentare un “Ape Piaggio” a forma di ape (… un Ape a forma di ape!). Parlandone dicevo che era un modo per evidenziare che le parole devono tornare ad avere un significato e soprattutto devono essere riconosciute per il loro valore, altrimenti tutto potrebbe cambiare di significato, di forma e materia, pur mantenendo lo stesso nome. Ecco, così è iniziato tutto…

Sono autodidatta, il mio stile è la libertà di chi non ne ha uno! La libertà di spaziare in più stili, contaminandomi, la libertà di spaziare tra le esperienze che vivo. Da qui, con un gioco di parole, è nato il mio “spazialismo”.

Io spazio tra lo spazio, inteso come luogo di corpi celesti, pianeti, sfere, mondi immaginari, dimensioni e geometrie.

È una sorta di spazialismo anarchico e composto. Fantasia al potere! – citando Philippe Daverio – e mi tuffo nello spazio!”

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