Salvatore Iannella
SALVATORE IANNELLA
Scultore e pittore, diplomato in scultura all’Accademia di Belle Arti di Napoli, é attualmente docente di Arte e Immagine.
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CRITICHE
Sono stato immediatamente affascinato dalla bellezza e dall’eleganza delle sculture di Salvatore Iannella, in cui si vedono le forme nascere dal conflitto ancora percettibile dello spirito e della materia terrestre. Nel “Cavallo fantastico” vedo l’antichità estesa in un sogno d’universo, dove la stella e l’onda si rispondono, ma il tutto delicatamente e fortemente ripreso nella nobile impresa di una potente intuizione spirituale. “Le amiche”, nella loro superba tensione verso l’infinito, mi sembrano deposte nel mezzo del deserto, come erose dal suo vuoto, in un’attesa senza limite, senza impazienza, elevata al destino. Dalle forme emaciate che si vedono sorgere e precisarsi attraverso l’argilla, dalle forme di un’ammirevole magrezza spirituale, palpita il sangue cosmico. Se lo spirito dello sculture impone la sua legge, lo fa senza dispotismo, poiché questo spirito vibra nelle forme che suscita, scava, definisce e apre sul mistero dell’essere. La materia sembra svuotata sotto l’effetto di un’elongazione, quasi di una lievitazione, di un appello al soffio divino, come sotto la principale preoccupazione di aprire l’apparenza alla musica oscura dell’invisibile.
Prof. Georges Formentelli – Parigi
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L’introspezione che Salvatore Iannella realizza in alcuni dei suoi quadri, come Il riposo di Eva, prende forma in misura ancora più complessa nelle sue sculture. Un evidente distacco con la realtà è assunto molto spesso da espressioni distanti, evidenziate da uno stato meditativo o disilluso. Tale, ad esempio, la disillusione che traspare negli angeli tristi e pensosi, probabilmente delusi dal mondo cui sono stati assegnati. Sono angeli che non volano più.
L’accuratezza nel conciliare il mondo fantastico con l’interiorità di ogni scultura è portata avanti anche quando i personaggi evocano il passato, come quelli legati alla storia (gladiatori, cavalieri…), alla mitologia (muse, divinità…) e alla leggenda (ad es. le Streghe del Noce). Questo mondo immaginario diviene a volte sfumato in un misterioso stato di metamorfosi, a volte invece come cristallizzato in una più precisa espressività che sembrerebbe domandare alla terra stessa che la costituisce, ma che al contempo la tiene bloccata, di cedere, di ritornare allo stato iniziale di amalgama, per potersi muovere.
Sembrerebbe, infatti, che talune di queste sculture chiedano di agire. La loro espressività appare come in sospensione, interrotta da una mancata azione. È questo, a mio avviso, il caso della Fanciulla, figura stupefatta, bloccata nella sua esclamazione. La sua necessità di parlare è evidente.
Meno lampante attraverso l’espressione facciale, invece, il desiderio latente della donna che sfoggia con leggiadria il suo Vestito da sposa. Qui a prendere il sopravvento espressivo rispetto al corpo (non a caso privo di braccia) è proprio il vestito, accompagnato dall’acconciatura dei capelli. Entrambi appariscenti preparativi di un matrimonio che però non avviene.
In Culla materna è l’insieme del corpo in tensione e della materia, appiattita e assorbente come sabbia mobile, a suggerire la volontà del soggetto di alzarsi, nel suo impercettibile sforzo di sfidare l’orizzontalità conferitagli e sollevarsi.
Tante altre di queste sculture sembrerebbero rivelare dei percepibili bisogni di movimenti, come le giocolerie interrotte e preannunciate della Donna del circo, o la necessità del riposo dell’Eroe, che tra l’altro trascina ancora troppo penosamente il peso della sua battaglia per farsi già acclamare valoroso.
Ci sono, insomma, regine e gladiatori da venerare, muse a cui rivolgersi, o figure misteriose soltanto da osservare, ma ci sono anche altre figure che piuttosto di rimanere mero oggetto di sguardi, chiedono di diventare loro stesse soggetto di azione.
Attraverso chi riuscirà a essere trascinato nel mondo irreale di queste sculture avrà buon esito l’ambizione suprema di uno scultore: aver animato le proprie creature.
Stefania Iannella
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«L’operato artistico del sannita Salvatore Iannella rientra nell’ambito di una tradizione culturale, che affonda le radici nel passato remoto della sua terra. In particolar modo, le sculture in cartapesta ripropongono personaggi della mitologia greca e romana, insieme a figurazioni tipiche di quelle antiche Civiltà. Così a fianco al dio “Giove”, con sembianze da Gorgone, troviamo”La Romana”, donna d’altri tempi come sembra sottolineare il suo profilo impresso in una circonferenza irregolare, a mo’ di antica moneta, mentre la scultura di un prode guerriero dall’elmo crestato pare un omaggio a quel fiero popolo sannita, che mai volle arrendersi alla potenza romana. Questi temi, riferiti ad antiche Civiltà, sono affrontati però in una chiave espressionistica tale che, pur mantenendo la nettezza dei contorni, gli spazi tra le linee fisiognomiche sono riempiti da un mare di onde, che sembrano sgorgare direttamente dalla tumultuosa anima umana. Così, anche quando i soggetti delle sculture in cartapesta si allontanano dalla tematica e dalla figuratività classica, perdendo la continuità e la purezza della linea – un esempio è “Raggio di sole” – sempre trasferiscono all’osservatore l’inquietudine dell’anima, che la ruvidosità della superficie dell’opera materializza rendendola percepibile. Ma ancora più forte, nell’animo umano, è quella sensazione di ambivalenza della personalità che un’altra opera in cartapesta, “Il giorno e la notte”, sembra evidenziare; qui, separati da una cresta sono sì la luce e il buio, ma anche e soprattutto il bene e il male, che in ogni giorno nella nostra vita ci chiedono di scegliere. Capitolo altrettanto interessante è rappresentato dalle sculture in terracotta, che proiettano la tradizione nella contemporaneità. Ecco, quindi, che una tecnica antica come il genere umano e soggetti che hanno nel passato mitologico e storico il loro significato esistenziale – “L’Argonauta” e “Principessa”- assumono forme di una composta espressività, in cui la decisione dei lineamenti di un volto o di un corpo si perde nel gorgoglio dei contorni. La produzione di sculture in terracotta, di Salvatore Iannella, è notevolmente ampia e si caratterizza anche quando le linee si riducono all’essenzialità. L’espressività che pervade tutta la sua opera non viene in questi casi sminuita, anzi sembra esaltata. Le figure femminili, a cui dà corpo l’artista facendole sbocciare da un caldo impasto, indagano la spiritualità umana; quindi la tenerezza di una madre verso il figlioletto, talmente coinvolgente da fondere i due corpi, si affianca al momento di estrema riflessione di un’altra donna, ripiegata fisicamente e mentalmente su se stessa, mentre gli occhi spiritati di un altro soggetto femminile denunciano stupore e incredulità.
La progressiva riduzione delle linee nell’opera di Salvatore Iannella porta a risultati artistici stupefacenti, tanto che quelle figure dai visi allungati contornati da delicate linee ondulate ricordano a tratti l’opera di un grande artista del ‘900: Amedeo Modigliani. La sensibilità nel creare, da parte del sannita Iannella, volti smagriti con espressioni dolenti e lontane stilizzando al massimo il gioco delle linee, sembra in definitiva spogliare la figura delle sue sovrastrutture per dare al sentimento immediatezza»
Arch. Marcello Stefanucci – Benevento
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«E’ un mondo di figure essenziali e misteriose quello di Salvatore Iannella. Nell’epoca in cui l’arte si manifesta con forme espressive e materiali, lontani dalla tradizione, l’artista sannita è rimasto risolutamente fedele alle predilette figure, sulla linea di una cultura intransigentemente figurativa. E ciò non è un limite al suo modo di esprimersi… Anche la scelta del materiale, la terracotta, ben si accorda con la sua visione di intendere l´arte. Con la creta egli può plasmare, aggiungere, togliere, modificare i volumi, lasciandosi andare all´improvvisazione della fantasia, con significativi risultati. Modellazione e taglio si accordano sul piano dell´espressione plastica e cosí, molte sue opere sono progressivamente scavate al di dentro, quasi svuotate, nella ricerca di una nuova unità fuori dalla massa compatta dei volumi.
Iannella, che ha interiorizzato le maschere greche, le sculture etrusche e primitive, riprende con acuto spirito realistico il motivo della Pomona, della sua naturalezza greve e soddisfatta; e poi la Sibilla, il Sogno, l´Argonauta, la Divinità alata, l´Alfiere, tutte opere che producono nell´osservatore accorto, enigmatiche sensazioni, atmosfere silenti, senza tempo. […] L’artista imprime alle forme plasmate nell’argilla un carattere che può definirsi “non finito” e che raggiunge invece il massimo dell’espressione nelle masse dei volumi, a volte, appena accennati. Tutta l’opera di Salvatore Iannella possiede un’unità di stile, che non subisce le oscillazioni del gusto, una continuità di ritmo poetico derivante da una ispirazione unitaria di vero e genuino artista»
Prof. Sergio Tretola – Pietrelcina (BN)
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«Salvatore Iannella lavora la materia per renderla piacevole allo sguardo di chi la osserva, riuscendo ad incantare per estro e creatività…
Nulla di superfluo è infatti presente nelle sue sculture, dalla linea morbida, a volte audace, ma sempre controllata in funzione del risultato complessivo, votato a un’autentica ricognizione di quella umanità che egli sente vibrare prima in se stesso e poi nell’impasto dei materiali scultorei. Iannella parla dunque al cuore di chi osserva le sue sculture, parla con il suo lirismo mai esasperato, parla con le sue raffinate e plastiche composizioni. Al centro di queste ultime è posta la figura umana, vero e proprio “banco di prova” per qualsiasi artista. “Esame” che lo scultore di Benevento supera con estrema vitalità, mostrando una precisa conoscenza degli elementi anatomici, delle loro proporzioni, dei loro volumi, i quali si rivelano nelle sue sculture, ora velate da una sottile malinconia, ora pervase da una vena onirica di sicuro impatto emotivo…»
Prof. Simone Fappanni – Cremona
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PRINCIPALI MOSTRE, CONCORSI E RICONOSCIMENTI
1975 – “Giovani artisti dell’Accademia” Galleria Vanvitelli – NA.
1985 – Collettiva di pittura – Celenza Valfortore, FG.
1996 – Collettiva in concomitanza con la “Città Spettacolo” – BN
– Collettiva “Arteinsieme” nell’ambito di “Sannievento” –
Chiostro S. Domenico, BN.
1997 – Collettiva nel centro storico di San Marco dei Cavoti (BN).
1998 – Personale nell’ambito di “Teatro e Immagine” presso il
Teatro Comunale di Benevento.
1999 – Collettiva presso l’Accademia di Romania – Roma
– Trofeo Internazionale “Medusa Aurea XXII edizione” – Roma
– Collettiva presso l’ACEA’s di Barcellona (Spagna)
– “Biennale di Venezia” Galleria Studio D’Arte Due – VE
– “Grande Rassegna Natale a Roma” Galleria Il Collezionista- Roma.
2000 – Permanenza e referenze -Galleria “Immagini Spazio Arte” – Cremona
– Targa”Unione Europea 2000″ dell’Accademia Italiana “Gli Etruschi”
– Cittadinanza Onoraria della Cultura e dell’Arte “Città di Vercelli”
– Personale “Figure in evoluzione” Galleria Palazzo ex Bosco – BN
– Collettiva presso il Chiostro della Basilica Maria SS. Delle Grazie – BN
– Rassegna d’Arte “Dal Sacro al Profano” presso la Rocca del Boiardo –
Scandiano (Reggio Emilia).
2001 – Collettiva presso la Civica Galleria d’Arte Contemporanea – Palazzo
San Giorgio – Campobasso
– Vincitore del Premio Amministrazione Provinciale di Foggia, nell’ambito
del 33° Concorso Naz. di Pittura, Club degli Artisti – FG.
2002 – Personale “Colori e Forme”, Centro d’Arte e Cultura – Benevento.
2003 – Collettiva “Scultura ieri e oggi”- Cremona.
– Premio speciale della giuria “Trofeo L.Valenti” Pal.Comunale – Cremona.
2004 – Personale “Fantasia e realtà”, Teatro Comunale – Benevento.
2007 – Collettiva presso la Galleria Arestakes – Parigi
2009 -“Le Salon de Noël 2009”, 4-18 dicembre presso la Galleria Thuillier- Parigi.
2010 – Permanenza presso la Galleria La Spadarina – Piacenza.
2012 – Personale “Espressività e mistero” ART’Empori – Benevento.
BIBLIOGRAFIA
– Quadri e Sculture “Galleria Italia” n.19 e n.22.
– Val. Arte e Notiziario dell’Accademia Internazionale d’Arte Moderna di Roma.
– Arte Leader.
– Artisti Contemporanei 1999, Biella.
– Dizionario Internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea 2000/2001, Ferrara.
– Scultura ieri e oggi, Immaginaria Editrice Cremona, 2003.
– Roma c’è, Roma.
-Arte Mondadori, Milano.
– Catalogo degli Scultori Italiani 2009-2010 – Editoriale Giorgio Mondadori.
– Catalogo di Salvatore Iannella “Espressività e Mistero” 2012 – Alisei Edizioni Benevento.