Paolo Belloni

Paolo Belloni.

Fin da giovane nutre una grande passione per la fotografia, che considera uno strumento per vedere cose e dettagli che in genere le persone non notano. Per Paolo la fotografia è anche testimonianza, di un fatto, di una condizione umana, di un paesaggio particolare e insolito. E’ anche una meravigliosa forma d’arte che crea cultura, in quanto spinge a studiare e approfondire il soggetto che si desidera fotografare; oltre ad essere uno strumento di meditazione. Proprio per quest’ultimo aspetto preferisce fotografare in modalità manuale, senza autofocus, adottando un approccio quasi analogico, e il sistema Leica M rappresenta la soluzione ideale per raggiungere questo scopo. Quando necessario utilizza la post-produzione (che preferisce definire ‘sviluppo’) per raggiungere l’obiettivo finale, perfezionando l’immagine fino a ottenere il risultato desiderato. Pur apprezzando tutti gli stili fotografici, l’artista predilige la street photography e i paesaggi, con un’attenzione particolare alla Bassa parmense ed emiliana. 

Le fotografie di Paolo Belloni sono un viaggio visivo attraverso atmosfere rarefatte, dove nebbie, riflessi e simmetrie si fondono per creare immagini di straordinaria bellezza e intensità ed esplorano la realtà, in particolare il paesaggio, con un occhio che rivela i lati pittorici di ciò che lo circonda. Le sue opere sorprendono per gli scorci inaspettati, nei quali l’ordinario si trasforma in straordinario. Dettagli apparentemente insignificanti si rivelano in tutta la loro unicità, mentre la nebbia conferisce alle scene un’aura onirica, sospesa nel tempo. Le sue fotografie offrono prospettive fantastiche, costruite con una precisione geometrica che trova la sua forza nelle simmetrie. La simmetria, infatti, è lo spirito guida delle sue immagini, trasmettendo un ordine sottile che dialoga con la natura, e dona equilibrio e armonia a scene altrimenti banali. Gli alberi spogli, nella visione di Paolo, si trasformano in strutture regolari, inserendosi in schemi matematici che si stagliano contro la morbidezza delle nebbie nelle foto in bianco e nero, o contro la fluidità dell’acqua e delle fronde fluttuanti nelle immagini a colori. Questo contrasto tra rigore e delicatezza crea atmosfere soffuse e languide, nelle quali il paesaggio diventa non solo uno spazio da osservare, ma un’esperienza da vivere attraverso le sfumature e i riflessi catturati dall’obiettivo. Ci guida così attraverso un mondo trasfigurato, e ci offre una nuova visione di ciò che ci circonda, fatta di suggestioni, emozioni e una bellezza che, pur sfuggente, resta impressa nella memoria.

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