Marcello Trabucco
Marcello Trabucco
Ha frequentato il Liceo Artistico di Latina e dopo essersi laureato in architettura ha da sempre legato il progetto alla sperimentazione dei linguaggi artistici. Ha partecipato a diversi concorsi di architettura, interessandosi alla trasformazione del paesaggio e del territorio. Ha realizzato studi e ricerche, disegni e incisioni calcografiche, sempre alla ricerca di quel Genius-loci dove tempo e storia definiscono un unicum interconnesso da comprendere, preservare, ma anche interpretare, base primaria del progetto, sia artistico che di architettura.
Marcello Trabucco,
spazi della memoria.
Il lavoro di Marcello Trabucco si muove agevolmente tra architettura, scultura, pittura e arte incisoria, in una poetica di trasversalità delle arti in cui è possibile scovare un parallelismo nella poetica barocca, dove le stesse giunsero alla quasi totale Mancanza di distinzione. In Trabucco il trait d’union è costituito dallo spazio, vero e proprio punto di partenza e riferimento del fare artistico. Risulterebbe, dunque, arduo e di poco valore tracciare un confine netto tra le quattro arti elencate: nelle mani del Maestro tutto è architettura, pittura, scultura e installazione, ma anche incisione nei segni graffianti, nelle linee e segmenti continui o spezzati, retti o angolati.
L’opera plasma lo spazio ed è a sua volta plasmata da esso, senza presunzione di occuparlo o sottometterlo; l’elemento spaziale assume valore anche laddove è libero, o vuoto; si fa finestra in un contesto naturale per il quale e al cui interno è stata concepita l’architettura del quadro o installazione. Il discorso dello spazio trova il suo contraltare nel recupero della memoria, sia che si tratti di testimoniare e ricostruire luoghi dell’antichità attraverso il
medium incisorio; sia di inserire, nei lavori scultorei e pittorici, frammenti di pietra che rimandano ad antichi reperti; sia infine nello stabilire, attraverso l’utilizzo di materiali di recupero, una continuità con un tempo naturale, in un dialogo tanto con il New Dada quanto con In Land Art. Il rapporto con l’antico si configura nella volontà di calarsi nel luogo e di ribadire l’appartenenza ad esso attraverso epoche storiche e siti naturali che si fanno testimoni della presenza umana, anche laddove sembra ignorata. Ne deriva che l’antico di Trabucco possa volteggiare da richiami alla civiltà greco romana a risonanze delle culture precolombiane, lontani da miti e leggende e inclini a una ricognizione archeologica e, non da ultimo, antropologica.
L’aspetto cromatico è parte integrante, e non, come potrebbe sembrare a uno sguardo superficiale, contrapposto all’elemento lineare e geometrico assai presente.
Nei colori si fa luce la materia vibrante, animando le opere di un dinamismo che è ancora una volta spazio, ma anche emozione, restituzione di una realtà sentita intensamente percepita nelle tre dimensioni, la quale, rapportata al razionalismo di segmenti e linee, dà vita a una sintesi magistrale che plasma la poetica dell’artista. Frammenti di memoria nel continuum spazio temporale.
Laura Cianfarani (2021)
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