Alessandro Balliano
Alessandro Balliano è nato a Vercelli nel 1994. Figlio del maestro Ezio Balliano, appassionato fin da piccolo di disegno e pittura, dopo il liceo artistico si è formato all’ Accademia di Belle Arti “ACME” di Novara.
Grafico pubblicitario, si dedica anche al design industriale e crea capi di abbigliamento e accessori dipinti a mano.
Nel 2018 ha inaugurato la sua prima personale dal titolo “Dall’oggettivo ai nuovi tonalismi” nello spazio espositivo di Villa Baragiola, all’interno del Museo Tattile di Varese. La Mostra, patrocinata dal Comune di Varese, in collaborazione con l’Associazione Culturale e di Promozione Sociale Baco, è stata curata da Lorenzo Mortara.
di Alessandro Balliano hanno scritto:
Bruno Casalino, Federica Mineo, Gianpiero Prassi, Giovanni Cordero, inShare, Leonardo Pace, Lorenzo Mortara, Michele Catalano, PierMario Ferraro.
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Se è vero ciò che dice lo storico dell’arte Bernard Berenson, ovvero “…che l’essenziale nell’arte della pittura è stimolare la coscienza dei valori tattili”, allora capiamo meglio il lavoro di ricerca e di immaginazione sottesi alla pratica pittorica con impronte figurative del giovane artista vercellese.
Alessandro Balliano, figlio d’arte, predilige iniziare da uno studio oggettivo della natura, per esempio una natura morta o un paesaggio, prendendo lo spunto da questo soggetto per orientarsi subito dopo, verso un’introspezione soggettiva, messaggera di una interpretazione che esalta la semplicità e la cromaticità della composizione. Infatti per Balliano il suo scopo “è quello di creare un filtro tra i fenomeni cromatici che percepisce nell’ambiente per trasformarli in un linguaggio non-oggettivo in cui il colore materico è protagonista”.
Un’altra particolarità che risalta nei suoi oli e acrilici: “Nuovi Tonalismi” su tela, è l’importanza data alla luce e probabilmente alla velocità della pennellata, ovvero al contesto dei fenomeni correlati con le varie intensità e luminosità dei colori, e associati ad essi il ruolo delle sfumature. I suoi dipinti emanano una matericità espressiva originale, che è evocativa e altamente stimolante per l’occhio e la fantasia del fruitore. E’ ancora Balliano che esprimendo il suo sentire per il suo specifico linguaggio pittorico razionalizza le sue ispirazioni affermando: …” mi sono immerso in uno studio della percezione visiva in cui l’ulteriore elemento di ispirazione è la morbidezza e la favolosa trattazione di grandi opere della nostra storia dell’Arte,
In queste ultime opere la pennellata da ruggente si ammorbidisce ed il codice espressivo passa da spigoli lineari a forme morbide con l’aggiunta di sfumature e la predilezione di colori desaturati non disgiunti da un sentimento di malinconia dell’artista che è percepito dall’attenta osservazione dei caratteri sublimi e incantevoli della natura. Si realizzano quindi interessanti cromatismi, sfumature e colori in sintonia con il tema raffigurato, che può avere ispirazione dal reale così come dall’immaginazione più prorompente.
Per concludere, a mio avviso, volumi, massa e trama sono gli elementi a cui continuamente Balliano attinge nel suo dipingere e fare arte, raggiungendo forse in molti casi il dono dell’invisibilità dell’artista. Ovvero della capacità di rimanere silenzioso e assorto in una contemplazione e ammirazione della natura cangiante che ci circonda, assaporandone i misteri e gli infinitesimi meccanismi, vale a dire come diceva Herbert Wells nel suo capolavoro: “L’uomo invisibile”, sulla caratteristica dell’invisibilità: cioè di sapere allontanarsi da un luogo e poi avvicinarsi in assoluta libertà. Ed è questo a mio avviso la particolarità che cogliamo nelle opere di Balliano, che siano oli su tela o dipinti su tessuti, nella sua prima Personale, ovvero, la sua abilità di cogliere dai paesaggi, dagli elementi naturali e dagli oggetti inanimati, l’essenzialità insita in ogni elemento. E al tempo stesso, il loro dinamismo e la loro tridimensionalità, attraverso giochi espressivi liberi da preconcetti e da strutture prestabilite. E ciò permette a Balliano di dialogare direttamente sia con la visione e la decostruzione astratta di composizioni cromatiche sia con il loro fascino materico e tattile.
Lorenzo Mortara