Marco Cagnetti

Contatta Marco Cagnetti

Contatta l'artista

 

Marco Cagnetti è nato a Livorno il 25 giugno 1964, dove ha conseguito il diploma di maturità tecnica nel 1984.

Successivamente si è trasferito a Pisa dove ancora oggi vive e lavora

Proprio a Pisa, fin da giovanissimo, si è formato presso gli studi di illustri Maestri contemporanei quali  Massimo Pratali, Rossana Biagi, Bruno Magoni, Enrico Fornaini e Paolo Lavagno. Il desiderio di arricchire la propria esperienza artistica ha poi portato Cagnetti all’incontro con Antonio Possenti, di cui ha frequentato lo studio di Lucca.
Ha partecipato a diverse mostre collettive e nello stesso tempo le sue opere sono esposte in mostre personali in Italia e all ‘estero.
Segue un elenco delle principali mostre cui l’artista ha partecipato:
1987 presso la sala della Croce Rossa di Buti a Pisa;
1988 presso lo Sherathon Centro Historico Hotel di Mexico City;
1989 presso il Palazzo Municipale di Vicopisano a Pisa;
1989 presso la Scuola d’Arte di Grosseto;
1990 presso al Circolo Nautico di Firenze;
1991 presso l’Abbazia di San Zeno di Pisa, la galleria “Il Navicello” di Pisa, la Galleria Brunetti di Ponsacco (PI)e  la Sala Pro loco di Marina di Pisa;
1992 presso la Scuola d’Arte di Treviso e presso il Palazzo Comunale di Barga (Lu);
1993 presso La Chalet dei Medici di Roma ed al Palazzo dei Priori di Pontedera;
1994 presso la Galleria  “La Ruota” di Livorno, L’associazione culturale “Italia URSS” ed  il centro Giovani di Firenze.
Il percorso formativo di Marco Cagnetti è poi contrassegnato da una attenzione particolare al mondo del restauro ed alle tecniche dei Maestri del passato: così, nel 1986, ha partecipato ad un corso tenutosi a Firenze, a Palazzo Spinelli, e negli anni dal 1986 al 1989 ha frequentato un ulteriore corso di restauro per dipinti su tela e su tavola, conseguendo il relativo diploma.
Le opere di Marco Cagnetti sono state menzionate anche nelle pagine culturali di vari quotidiani a diffusione locale e nazionale, quali ad esempio La Nazione, Il Tirreno e l’ Osservatore Romano, mentre recensioni particolarmente approfondite gli sono state dedicate da prestigiose riviste d’arte come “Il Quadrato”.
E’ da ricordare che alcune sue opere si trovano presso strutture pubbliche e private toscane quali la Cassa di Risparmio di Lucca, i comuni di Barga e Pontedera e l’Associazione Culturale Italia-URSS di Pisa. Altre opere sono presenti in varie collezioni private in Italia e all’estero: Messico City, Mikonos, Cleaveland, Berlino, Amburgo, Atene e Boston.

Viaggio nello Spazio

La pittura spaziale di Marco Cagnetti, è un insieme di linguaggi che scaturiscono da una visione onirica e surrealista presenti nelle ultime opere realizzate su faesite in mostra al bar la Saletta  di Tonfano, nel mese di aprile. Sono 8 lavori dipinti con tecnica mista dai colori accesi su diverse tonalità, dal rosso cupo all’ arancio, dalle gradazioni tenui e gravi del verde, ai blu in un susseguirsi di linee e figure frantumate che vagano nello spazio. Il viaggio nello spazio, metafora di un viaggio surreale dell’uomo passato che si ritrova in quello contemporaneo ha interessato l’artista Marco Cagnetti, in questi suoi ultimi dipinti. La sua indagine pittorica risale ad una quindicina di anni fa, quando trascorreva le sue giornate “a bottega”, negli studi di artisti importanti e, noti agli addetti ai lavori: Pratali, Biagi, Possenti; Marco Cagnetti apprendendo dalle loro esperienze ha elaborato partendo dalla figura, un’immagine legata alla natura e al sogno come lo si nota nei primi lavori su acrilico e gli oli. Il pittore, in quel periodo raffigurava l’ambiente marino, un mondo onirico che sulla superficie terrestre abbraccia lo stesso linguaggio; un ambiente abitato dalle sue creature e dai suoi simboli: l’orologio, la torre, la donna. Marco Cagnetti dai paesaggi surrealisti giunge durante gli anni alle composizioni libere sullo stile di Kandinskij, egli dipinge i suoi cieli sognanti con le sue piccole barche, guidate da fili invisibili di un “Don Chisciotte” che “lotta poeticamente” in un mondo irreale, quello immaginato da Cagnetti. L’artista ha continuato nella sua ricerca ideale e cromatica, scomponendo la materia in combinazioni astratte pur mantenendo l’originalità della forma e del movimento.
La sua natura di uomo e di artista lo ha portato a riflettere sul senso dell’esistenza e della nascita dell’universo catapultando così la propria attenzione al viaggio dell’uomo nello spazio, alla sua  sete di conoscenza  di virgiliana memoria che ci riporta al mito di Ulisse. Marco Cagnetti fa della propria arte senza ombra di presunzione una presentazione artistica del viaggio dell’uomo nello spazio contemplato attraverso i suoi pianeti, le sue stelle, le sue navicelle, il suo interesse per il colore come egli afferma è quello di ritrovare la spiritualità del colore, il suo castello dell’immaginario costruito per l’uomo e ideato dall’uomo artista per godere del sapere universale.

Prof. Dott.ssa Elisabetta Caporali

Fascino e Mistero

E’ con piacere che voglio dedicare questa mia analisi all’artista toscano Marco Cagnetti, perché possa far capire al pubblico la sua arte piena di fantasia e di sogno. Infatti è proprio da questi due mondi pieni di fascino e di mistero che prendono corpo le composizioni di Marco. Nei paesaggi marini, nelle nature morte, nelle nature danzanti, percepiamo questi linguaggi, accesi da un cromatismo vibrante che toglie il fiato all’osservatore attento e sensibile alla poetica del colore. Dal mio punto di vista infatti l’artista si esprime non solo con la matita ma ancor più col pennello riesce a far parlare i colori che la natura ci ha donato, in una visione armonica. Il pittore Marco Cagnetti ha capito bene questo rapporto; lo possiamo osservare nelle sue nature morte, vere rappresentazioni surrealiste che non incutono angoscia ma liberazione dalla natura, trasformata dall’uomo, in quella fantasiosa che il bambino può ancora comprendere perché avulso da schemi mentali. E’ da tempo che seguo l’iter di Marco Cagnetti, e devo dire che rimango sempre entusiasta dei suoi lavori sempre attenti, alla ricerca di qualcosa da sviluppare: l’amore per la natura. Composizioni dalle morbide linee che presentano luoghi sconosciuti, ma più cari ai più nella visione onirica, nell’inconscio di ognuno di noi, facendoci ricoprire l’importanza della creatività che l’uomo non si stancherà mai di dare.

Novembre 1992 Pisa

Elisabetta Caporali

Atmosfere Surreali

Marco Cagnetti è un artista che vive e lavora a Pisa: da circa vent’anni si dedica all’arte.
Il suo curriculum artistico in tale lungo periodo si è arricchito di premi di riconoscimento e di numerose critiche da tutta Italia.
Ha partecipato a numerose mostre collettive e realizzato personali come quest’ultima intitolata Atmosfere Surreali: 12 opere a tecnica mista esposte nello spazio della Artis Officina Web di Pisa.
Lo conosco da molti anni e sono sicura del suo talento artistico, nato molto tempo fa nel settore del restauro di quadri antichi e di sculture e diretto poi nel campo della pittura, amata con passione e dedizione.
Ha iniziato la propria indagine pittorica presso gli studi di artisti come Fornaini, Biagi, Possenti e Pratali.
Cagnetti, apprendendone l’esperienza, ha disegnato – partendo dalla figura – un’immagine legata al sogno, come si nota osservandone i primi lavori a olio e acrilico.
Il pittore in quel periodo rappresentava l’ambiente marino e della natura, abitato dalle sue “creature” e dai suoi simboli che gli trasmettono i sogni e l’inconscio: l’orologio, la torre, la donna.
La figura dell’uomo e della donna visti come gli attori in un’era post Adamo ed Eva che si comunicano con le loro lingue biforcute, il loro codice linguistico. La sua pittura era tecnicamente assai minuziosa: il colore brillante dell’olio e dell’acrilico nei cromatismi del blu, del verde e del rosso acceso riprendeva in chiave contemporanea le miniature delle tavole medioevali.
Dai paesaggi surrealisti, giunge oggi a composizioni libere sullo stile di Kandinskij, liberandosi dalla piccola pennellata per lanciarsi con la medesima nella fluidità  delle campiture di intensa cromia, sfumando la scala dei blu, del verde, del viola, del giallo e del grigio per far respirare maggiormente la ricerca di un nuovo mondo e di nuove creature con cui interagire.
Le opere evidenziano una scomposizione rispetto ai precedenti codici simbolico-figurativi che egli adottava.
Adesso la visione pittorica si esprime tramite organismi cellulari che racchiudono nuove vite vaganti nello spazio cosmico, accompagnate da piccoli pianeti di un’altra galassia, mondi lontani in cui il pianeta Terra e la Luna giocano un ruolo secondario di sfondo che danno loro un’enorme visibilità mediante il fascio di luce che interseca tutte le opere esposte dall’alto.
Questa tecnica crea nel dipinto una magnifica idea luminosa.

Pisa, giugno 2008

Elisabetta Caporali